Freud nel 1935: “L’omosessualità non è una malattia” – ecco la lettera ritrovata

19 Feb 2015 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

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Nonostante l'Organizzazione Mondiale della Sanità abbia ritenuto l'omosessualità una malattia fino al 1960, Sigmund Freud già nel 1935 era di un parere diverso.
Grazie a questa lettera si capisce che nonostante Freud ritenesse in qualche maniera modificabile l'orientamento sessuale, comunque consigliava a questa madre di non vergognarsi di suoi figlio gay e di non considerarlo un malato. 
Insomma questo illustre signore nato prima dell'unità d'Italia era già più moderno di mezzo nostro parlamento.

"Cara signora 

Deduco dalla sua lettera che suo figlio è un omosessuale. Sono molto colpito dal fatto che lei non faccia uso di questo termine riportandomi tutte le informazioni su di lui. Posso chiedere perché lo evita? L’omosessualità non è certo un vantaggio, ma non è nulla di cui vergognarsi, non è un vizio, né qualcosa di degradante;essa non può essere classificata come una malattia; riteniamo che sia una variazione della funzione sessuale, prodotta da un certo arresto dello sviluppo sessuale. Molti individui altamente rispettabili dei tempi antichi e moderni sono stati omosessuali, e tra di loro, alcuni dei più grandi uomini (Platone, Michelangelo, Leonardo da Vinci, ecc.). E’ una grande ingiustizia perseguitare l’omosessualità come un crimine – ed è anche una crudeltà. Se non mi crede, legga i libri di Havelock Ellis .

Chiedendomi se posso aiutare, lei intende chiedere, suppongo, se posso abolire l’omosessualità e rimpiazzarla con la normale eterosessualità. La risposta è, in linea generale non possiamo promettere di realizzarla. In un certo numero di casi siamo riusciti a sviluppare i germi degradati delle tendenze eterosessuali, presenti in ogni omosessuale ma nella maggior parte dei casi non è più possibile. Dipende dalla qualità, e dall’età dell’individuo. Il risultato del trattamento non può essere previsto.

Ciò che l’analisi può fare per suo figlio ricade invece in una sfera differente. Se lui è infelice, nevrotico, lacerato da conflitti interiori, inibito nella sua vita sociale, l’analisi può portare armonia, pace mentale, piena efficienza, sia che rimanga un omosessuale o che venga cambiato. Se lei decide di mandarlo in analisi da me – non mi aspetto però che lo decida – sappia che lui deve venire a Vienna. Non ho alcuna intenzione di spostarmi. Tuttavia, non trascuri di darmi risposta.

Cordiali saluti con i migliori auguri,

Freud

 

Fonte: Gay.tv

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