Lettera di un gay che è scappato dall’altra parte del mondo per creare una famiglia

04 Feb 2016 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

uomo

"Hey Bitchy,

Mi chiamo Aly ed è ormai da anni che sono un fan del tuo blog. Ogni mattina Bitchy è il mio collegamento con l'italia visto che sono ormai 7 anni che vivo all'estero. Vivo in Canada, dove sono dovuto scappare per poter creare quella famiglia che in Italia mi sarebbe stata negata e per poter vivere la mia voglia d'amare chi voglio. Sono anni che in questo paese mi sento protetto e fiero della mia vita. L'italia mi manca da morire così quanto la mia famiglia ed i miei amici".

Questa è una delle tantissime email che ricevo quotidianamente (> qua se volete anche voi contattarmi) che mi ha straziato il cuore. Fortunatamente in questo caso non si tratta di un'email dettata dalla disperazione delle botte subite dai genitori omofobi, né di richiesta d'aiuto su come fare coming out, ma di un trasferimento (che Aly chiama 'scappare'), causato da uno stato che da troppi anni ci volta le spalle. Conosco moltissimi ragazzi omosessuali che si sono trasferiti all'estero per poter vivere la propria vita con diritti e questa cosa è davvero triste. Un gay non deve essere costretto a trasferirsi dall'altra parte del mondo per sentirsi libero di amare. Fortunatamente la storia di Aly ha un risvolto positivo:

"Sono sempre stato appassionato della musica e da qualche anno ho formato una band qui a Vancouver. Si chiama PYROS e qualche giorno fa abbiamo lanciato il nostro primo singolo sotto Monstercat Records. Il singolo si chiama NUMB. Sarebbe meraviglioso poter far ascoltare ai tuoi lettori la nostra creazione. Dagli un ascolto e se ti piace sarebbe fantastico poterla vedere sul tuo blog".

Ed io NUMB la pubblico volentieri, perché Aly è la dimostrazione che i sogni si possono realizzare. Anche se lo stato ti spernacchia in faccia e finge che non esisti.
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