Napoli: donna transessuale uccisa, i media la chiamano “uomo”

14 Mar 2016 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 1 minuto

12821605_10207883640560919_4427178830306567951_n Il Messaggero, TgCom, Il Secolo X IX e molti altri hanno trattato l'uccisione di una transessuale napoletana nel modo più becero e ignorante di tutti: chiamandola al maschile. "Un" / "Morto" / "Uomo" / "Ucciso" / le parole più usate, sbeffeggiando la povera donna che nella notte dello scorso week end è stata uccisa all'interno della sua auto. Non contenti del maschile, i giornalisti hanno avuto addirittura il coraggio di chiamarla con il suo nome di battesimo, senza mai specificare - neanche per sbaglio - che 'Salvatore' ha fatto spazio a 'Simonetta' da ormai moltissimi anni. Le persone transessuali devono avere il diritto di essere chiamate con il nome che si scelgono e non umiliate con il nome di battesimo che non le rispecchia più. Simonetta è morta due volte: in auto due giorni fa e oggi, sui media italiani. [gallery ids="117756,117757,117758,117759,117760"]
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