Pisa: guida turistica gay aggredita da venditori ambulanti senegalesi omofobi

11 Lug 2015 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

guida turistica gayRoberto Alberti è una guida turistica pisana molto famosa nella sua città, merito probabilmente del suo coloratissimo risciò, ma da 7 mesi non ha vita facile per colpa di un gruppo di omofobi africani. Roberto è stato aggredito, offeso e minacciato dai venditori ambulanti senegalesi nella zona della stazione, che da quando hanno capito che è gay, lo hanno preso di mira. Le persone ignoranti, perfide e violente sono ovunque, tra bianchi, neri, gialli, gay, etero o trans, solo da chi subisce sulla propria pelle quella brutta bestia che è la discriminazione, mi aspetterei un attimo in più di comprensione. Il capogruppo del Movimento Cinque Stelle, Valeria Antoni, ha letto nel corso dell’assemblea consiliare un documento che descrive quello che sta passando Roberto: "Roberto è omosessuale dichiarato e non ha nessun problema a dirlo, anzi, è stato uno dei primi a Pisa a rivendicare i diritti gay. Ma mentre lui vive bene la sua condizione, ci sono delle persone che invece non la accettano. Queste persone omofobe non sono seguaci di Giovanardi, bensì persone che di discriminazione se ne dovrebbero intendere, a causa del colore della loro pelle. Sto parlando dei venditori abusivi - in genere senegalesi, ma se ne stanno aggiungendo da altri paesi africani - che operano a Pisa. L'attività di queste persone consiste nel vendere abusivamente orologi simil-Rolex e altre ninnolerie a chiunque capiti loro a tiro. La loro insistenza è esasperante e continua. Non accettano il rifiuto e sistematicamente insultano chi, magari scocciato dall'ennesima richiesta di denaro, rifiuta di comprare qualcosa o di regalare un euro. Da sette mesi sette Roberto è oggetto di insulti, minacce e aggressioni da parte di queste persone, a causa della sua omosessualità – ha proseguito –. Ci ha raccontato aneddoti che mi hanno lasciato a bocca aperta per grettezza e meschinità, come la mamma senegalese che incita i bambini a offendere Roberto, oppure il venditore abusivo che sfottendolo, gli chiede se ha chiamato i carabinieri, certo della sua impunità. Per non parlare degli accerchiamenti, delle offese, dell'impossibilità a lavorare, delle molestie alle turiste sul suo risciò. Viviamo in una città senza più controllo, con forze dell'ordine impotenti e insufficienti; cittadini che cominciano ad avere paura, zone della città off limits e degrado generalizzato. Roberto ha sporto denuncia - dimostrando un coraggio da vero uomo - ad oggi senza risultato alcuno. Ma quello che è inquietante è che in sette mesi sette nessuna istituzione abbia speso una parola in difesa di Roberto". Fonte: Il Tirreno roberto alberti gay
Share this article

Non vuoi perderti le ultime news?

Seguici anche su Facebook, Instagram e

Twitter!