Il presidente della Cecania e Putin senza vergogna per le dichiarazioni sui campi di concentramento per gay

17 Apr 2017 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

putin cecenia gay campi omofobia video La scoperta dei campi di concentramento per gay in Cecenia ha fatto il giro del mondo e tutte le più importanti testate ne hanno parlato condannando le autorità del paese e chiedendo alla comunità internazionale di intervenire. Il presidente della Cecenia, Ramzan Kadyrov, ha appena rivelato di aver incontrato il consiglio dei diritti umani della sua regione e di aver lavorato con l'organizzazione per fare un "grande miglioramento" sui diritti. Fino a qui tutto bene, se non fosse che subito dopo ha aggiunto che le organizzazioni internazionali hanno condotto un "massiccio attacco al nostro paese utilizzando i metodi più indegni, come la realtà distorta, false informazioni per tentare di annullare la nostra società, lo stile di vita, le tradizioni e le abitudini del nostro popolo, un vero attacco ai nostri costumi". Anche Adam Shakhidov, consigliere di Ramzan Kadyrov, ha accusato pubblicamente la Novaya Gazeta (il giornale che ha diffuso la notizia dei campi) dichiarandola "nemico della nostra fede e della nostra patria". E dalla Russia non arrivano notizie migliori, un portavoce di Putin dal Cremlino ha negato che esistano prove evidenti per dimostrare le persecuzioni verso i gay in Cecenia. Insomma tutte favole per infangare le tradizioni e la cultura di popoli famosi per la loro apertura nei confronti della comunità LGBT. Povero mondo.
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