Ragazzino di 17 anni massacrato di botte dal padre perché gay e “troppo effemminato”

03 Mar 2016 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

gay-picchiato Lo scorso lunedì Anderson Santos è stato massacrato di botte dal padre, che non accetta il fatto che lui sia gay e "troppo effeminato". Secondo l'uomo, la sessualità del figlio non è in linea con i principi della Bibbia e della creazione e per questo l'ha pestato. "La mia famiglia non è mai stata dalla mia parte, ma non pensavo potesse capitarmi una cosa così terribile. Mio padre mi ha picchiato selvaggiamente perché non sono virile ed eterosessuale e questo non combacia con i valori della Bibbia e della creazione. Anche a scuola sono successi episodi di omofobia, mi hanno preso in giro e spesso hanno anche alzato le mani, il preside non ha mai fatto nulla e tutti questi atti di violenza sono sempre stati banalizzati. Io non sono solo un numero, una percentuale, noi gay siamo sopravvissuti di una società misera che si nutre di pregiudizi.  Il pregiudizio, la discriminazione, l'omofobia mi hanno colpito e fatto cadere, ma questo per me non è un problema, perché tutto il dolore e tutti i lividi mi renderanno più forte. Noi gay siamo guerrieri in un mondo di maiali governato da lupi." Anderson ha avuto il coraggio di denunciare pubblicamente suo padre, di pubblicare le sue ferite e di mostrarle al mondo senza vergogna, ma vi assicuro che per un ragazzino che si espone ce ne sono 1.000 che si nascondono. Ricevo quasi quotidianamente messaggi di ragazzi che mi raccontano casi simili, non sono storie lontane che arrivano solo dal Brasile, l'Italia è piena di Anderson (alcune zone in particolar modo) ed è l'ora di fare qualcosa. Smetterla di vergognarsi sarebbe già un inizio. E' ora che a vergognarsi siano le persone che causano ferite come quelle di Anderson, non chi quei segni li porta sul proprio corpo e nella propria anima. botte-gay gay-brazil
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