Roma: Ragazzino gay perseguitato da bulli omofobi, i prof e la preside non fanno nulla

23 Feb 2015 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

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"Perché vivo? Se morissi, non avrei questi problemi".
Quante volte i genitori di ragazzi gay si saranno sentiti dire frasi del genere?
In questo caso sono stati i genitori di Luca, un ragazzo che frequenta l'Istituto Magistrale Vittorio Gassman di Roma.
Luca da anni era stato preso di mira da alcuni suoi compagni che se prima si erano limitati ad emarginarlo in classe, poi sono anche arrivati ad offenderlo e deriderlo pubblicamente.
A far pensare al suicidio il ragazzo però è stato l'ultimo episodio, quando un amico di Luca ha mostrato al diretto interessato e ad una professoressa gli screenshot di un gruppo Whatsapp "We hate Luca", nel quale 8 ragazzi offendevano con termini omofobi il ragazzino e meditavano di rubargli il motorino e di dargli una lezione all'uscita di scuola.
La reazione della professoressa che ha visto gli screenshot è stata spiazzante, ha infatti minacciato l'amico di Luca dicendo che mostrare foto di chat private è violazione della privacy.
Nonostante, le pubbliche offese, le minacce, le foto del gruppo omofobo di Whatsapp, tutti i professori di Luca hanno deciso di archiviare il caso durante il consiglio di classe.
Proprio dopo questo episodio la madre di Luca ha deciso di rivolgersi alla magistratura.
La vera novità del caso è che il pm Vittoria Bonfanti dopo aver indagato per diversi mesi, ascoltando le versioni dei genitori degli studenti coinvolti e dei professori, ha inviato gli atti alla procura minorile e oltre agli 8 ragazzi, nel mirino della procura sono finiti anche 3 professori e la preside dell'istituto magistrale.

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