Garlasco, “È tutto da riscrivere”: la ricostruzione 3D della villetta minaccia la vecchia verità | Sempio sotto torchio
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Il 18 dicembre attesa la svolta: la ricostruzione tridimensionale del Ris e l’analisi delle tracce ematiche potrebbero cambiare il destino di Sempio
La vicenda del delitto di Garlasco sta entrando in una fase che potrebbe modificare radicalmente il quadro investigativo. Dopo diciotto anni di cronache, processi, archiviazioni e riaperture, il caso torna infatti su un punto decisivo: la scena del crimine. E questa volta a parlare non saranno ipotesi o ricordi, ma una mappa 3D della villetta, ricostruita al millimetro dai carabinieri del Ris di Cagliari per analizzare la distribuzione delle macchie di sangue. Un lavoro che, secondo fonti investigative, potrebbe rivelare elementi finora rimasti nell’ombra.
L’appuntamento chiave è fissato per il 18 dicembre, quando la perita super partes Denise Albani illustrerà al giudice gli esiti dell’incidente probatorio. La genetista, però, ha già anticipato un punto fermo: il materiale genetico rinvenuto sotto le unghie di Chiara Poggi contiene un cromosoma Y compatibile con la famiglia di Andrea Sempio, ma la quantità è troppo esigua per essere considerata una prova affidabile. Né è possibile stabilire come quella traccia sia arrivata lì: contatto diretto? Indiretto? Contaminazione? Le risposte restano aperte.
A riaccendere i riflettori è anche la cosiddetta traccia 33, un’impronta individuata sulla parete destra della scala interna della villetta. Nel 2007 quella porzione di intonaco venne prelevata e analizzata, senza riscontrare presenza di sangue. All’epoca non fu attribuita ad alcun soggetto e venne archiviata come irrilevante. Oggi, invece, la Procura la collega ad Andrea Sempio. Un cambio di prospettiva che impone una verifica: è davvero priva di sangue? Se sì, potrebbe essere stata lasciata in un momento precedente al delitto; se no, tutto assumerebbe un’altra dimensione.
Ad oggi né accusa né difesa hanno richiesto un incidente probatorio dedicato su questo punto. Il nodo verrà sciolto più avanti, probabilmente in fase processuale.
Il ruolo della mappa 3D: perché potrebbe essere la vera svolta
La possibile chiave dell’intera indagine arriva dal lavoro svolto il 9 giugno dal Ris di Cagliari. Gli esperti hanno effettuato un nuovo sopralluogo, digitalizzando in 3D l’intero ambiente per eseguire una Bloodstain Pattern Analysis (BPA), lo studio della morfologia e della disposizione delle tracce di sangue.
Questa tecnologia permette di ricollocare ogni goccia, ogni schizzo, ogni impronta nella sua posizione originale, offrendo una ricostruzione dinamica dei movimenti avvenuti durante l’aggressione. Un metodo che potrebbe chiarire compatibilità fisiche, posture, direzioni di movimento. E soprattutto potrebbe aiutare a capire se l’indagato possa essere stato presente sulla scena al momento del delitto.
La relazione del Ris è stata depositata. Manca invece ancora quella della super consulente Cristina Cattaneo, incaricata di aggiungere ulteriori elementi antropometrici relativi a Sempio: peso, altezza, proporzioni. Parametri fondamentali per verificare eventuali compatibilità con la scena.

Indagine ancora aperta: cosa accadrà dopo il 18 dicembre
La Procura renderà pubblici i risultati solo alla chiusura delle indagini, motivo per cui il quadro rimane per ora parziale. Ciò che è certo è che la ricostruzione tridimensionale e i nuovi accertamenti tecnici rappresentano un punto di svolta: saranno la base da cui accusa e difesa dovranno ripartire per definire le loro strategie.
Mentre l’Italia aspetta di conoscere le conclusioni della perita Albani, una cosa è chiara: dopo quasi vent’anni, il caso Garlasco non ha ancora detto la sua ultima parola. E potrebbe essere proprio la geometria invisibile delle tracce di sangue a guidare la prossima pagina della storia.
