Barbara d’Urso si scaglia contro gli omofobi che hanno aggredito un ragazzo gay a Cagliari e parla con la vittima

08 Ago 2019 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 4 minuti

Lo scorso 3 agosto Gabriele è stato aggredito da 3 omofobi in pieno centro a Cagliari. Il ragazzo ha scritto un lungo post sul suo account Facebook, nel quale ha raccontato la violenza subita e le sensazioni che gli ha lasciato il fatto di non essere stato aiutato da nessuno dei presenti. Ieri Barbara d'Urso si è scagliata contro i 3 omofobi che hanno minacciato, spinto e insultato Gabriele.
"Sono 12anni che lotto,che urlo,e non smetterò!!Non ti abbattere Gabriele!!Questi CRETINI pensano di essere uomini ma sono tutt’altro e prima o poi (volenti o nolenti)troveranno uno specchio per guardarsi!!Lo stesso accadrà a chi ieri si è voltato dall’altra parte!! #stopomofobia".
Gabriele poco dopo ha risposto al tweet della Santa di Cologno: "Ciao Barbara, sono il ragazzo dell'articolo e ti ringrazio per la tua condivisione. Al di là di ciò che mi è successo è importante che si parli di discriminazione, di qualunque tipo si tratti, e sono grato del tuo aiuto. Grazie" La d'Urso ha salutato il ragazzo ribadendo di essere dalla nostra parte, sempre (e l'ha dimostrato anche davanti a Matteo Salvini): "Ciao Gabriele. Sono con te. Sono con voi. Sempre".
Il suo modo di condurre e i suoi programmi possono piacere o meno, ma è innegabile che Barbara sia la presentatrice che più di tutte si batte contro l'omofobia e punta i riflettori sui casi come quello di Gabriele.
 

Il racconto di Gabriele.

“Sabato 3 agosto, alle 20.20 circa, presso piazza Matteotti a Cagliari ho subito un aggressione da parte di tre ragazzi mai visti prima. È iniziata con i soliti insulti omofobi davanti all’uscita della stazione arst, ed è purtroppo proseguita in qualcosa di più. I tre mi hanno seguito fino alla fermata capolinea dell’M, sul quale sono salito credendo di essere al sicuro. Dopo essersi avvicinati alla portina del mezzo i tre hanno cominciato a minacciarmi. A quel punto, capendo che la situazione avrebbe potuto prendere una brutta piega, ho chiamato la polizia con l’intenzione di spaventarli. Ho ottenuto esattamente l’opposto. Sono stato spinto più volte, mi sono state messe le mani nel collo e spinto all’indietro, ho ricevuto sputi sul viso e sulla maglietta e mi è stato rubato il tabacco che avevo in tasca, fin quando il pullman non è partito e i tre, per fortuna, sono rimasti fuori. Tutto è avvenuto davanti alle tante persone sopra e fuori dal mezzo. Nessuno è intervenuto, in nessun modo. In realtà nessuno ha neanche guardato. Io sto bene, non ho riportato alcun danno fisico, ma non si può dire lo stesso del dolore psicologico che questo mi ha causato. In vita mia non mi sono mai sentito tanto ferito e umiliato come in quel momento e senza che io avessi alcuna colpa. Non smetto di pensarci nemmeno un attimo da quando è successo. Fa veramente tanto male sapere di essere un continuo bersaglio dell’ignoranza e della cattiveria nel momento in cui trovi semplicemente il coraggio di essere esattamente te stesso, senza filtri. Sono estremamente stanco di dover combattere costantemente per avere rispetto da chiunque indipendentemente dal mio modo di essere o vestirmi. Sono estremamente stanco dalla costante insicurezza nel camminare in strada con il mio ragazzo. Sono estremamente stanco di qualsiasi azione omofoba o discriminatoria, dalle semplici frasi fino alle vere e proprie aggressioni fisiche.”
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