Bari, picchiato perché gay, lo salva il figlio 11enne dell’aggressore: “Papà non ucciderlo”

19 Dic 2019 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

Ennesimo episodio di omofobia, questa volta l'aggressione ha avuto luogo a Bari. Lo scorso 11 dicembre Nicola De Marzo ha fatto visita ad un'amica per portarle un regalo. Una volta arrivato dalla donna si è trovato in mezzo ad una furiosa lite tra due parenti dell'amica. Inspiegabilmente uno dei due litiganti ha riversato la sua rabbia verso Nicola e l'ha riempito di botte. A fermare il pestaggio è stato il figlio 11enne dell'aggressore e un passante.
"Oltre alle invettive omofobe, sembra che l'intervento determinate, pacificatore, sia stato compiuto da un 11enne figlio dell'aggressore. - si legge sulla Gazzetta del Mezzogiorno - Che secondo la descrizione riportata agli inquirenti avrebbe implorato di fermare la violenza: 'Papà non ucciderlo'".
Nicola ha raccontato le dinamiche dell'aggressione.
"Voglio mostrare a tutti cosa ho subìto - spiega Nik - la discriminazione sull'orientamento sessuale non può essere una scusante per commettere questi atti carichi di rabbia ingiustificata. Ero passato da un negozio del centro per ritirare un maglioncino da consegnare a un’amica. Era un regalo di Natale. Ho raggiunto la mia amica nel quartiere San Pasquale. Quando sono arrivato c'era una lite tra due parenti della mia amica. Mi hanno definito un ricch**ne di m... Io mi sono spaventato e ho iniziato ad urlare. Uno mi ripeteva 'Ti ucciderò di botte e uscirai morto da qui'. Sono stato scalciato con colpi allo stomaco, al viso, a braccia e gambe. Ho perso conoscenza ma per fortuna è intervenuto uno dei passanti che ha fatto fuggire l'aggressore. Oltre a questo, lui si è fermato perché il figlio gli ha detto 'Non ucciderlo'".
Nik è stato portato subito dopo al pronto soccorso (dove è uscito con una prognosi di 45 giorni) e poi dai Carabinieri per sporgere denuncia. Adesso il caso è seguito dall'avvocato penalista Fabio Schino: «Rimango esterrefatto - commenta Schino - nell'immaginare che la sequela di eventi sia accaduta alla presenza del figlio minore. Confido nel lavoro della magistratura e attendiamo con fiducia l'evoluzione delle decisioni». Oltre all'aggressione omofoba, le forze dell'ordine dovrebbero valutare anche il fatto che questo folle ha pestato un uomo davanti al figlio minorenne. Ah, le famiglie tradizionali senza genitori 1 e 2, ma con padri e madri. Ma si sa, l'importante è che a casa ci sia il... Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno
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