Bellissima lettera di una madre al fidanzato del figlio gay

15 Feb 2016 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 5 minuti

gay-love Dopo la commovente lettera scritta da una madre per il figlio che ha fatto coming out un giorno prima di morire, Arcigay ha pubblicato un bellissimo messaggio che un'altra mamma ha scritto al fidanzato di suo figlio. “Caro Marco, è un po’ che voglio scriverti, oggi è il Family Day e mi sembra il giorno giusto per farlo. Quando nacque il mio bambino, già nel mio grembo sognavo per lui una vita felice, immaginavo per lui un amore grande, accogliente, comprensivo e vero, una bella famiglia. Immaginavo che un giorno avrei conosciuto la sua ragazza e che saremmo divenute buone amiche, anche se si sa, con la suocera non è mai facile. Mi interrogavo quindi: ‘chissà come sarebbe andata’. Nel tempo mi accorsi però delle chiusure di mio figlio sull’argomento, capivo che soffriva e che a me nelle sue sofferenze, non era più dato di entrare. Era sempre più cupo e più solo, più triste e più fragile. Passarono molti, troppi anni, fatti di incomprensioni e solitudine. Solo molti anni dopo, scoprii che era la sua maschera a pesare sulle sue spalle e sul suo volto, quella maschera che aveva deciso di indossare per fare felici me e suo padre e forse, almeno per un po’, per me, fu meglio così. Accettai quella menzogna perché non ero pronta. Egoisticamente sapevo, ero sua madre, ma non mi sentivo pronta. Un giorno come una doccia gelata si palesò l’ovvio. Mio figlio era gay. Il mio mondo crolló. Tirai su un muro fatto di dolore, arroganza e incomunicabilità. Io che gli avevo insegnato l’amore e l’importanza della libertà di essere, io proprio io, lo stavo cacciando e lo stavo giudicando. Il senso di colpa dietro le mie ormai maschere, mi attanagliava e non mi faceva più dormire. Fu un periodo triste e buio, dovetti capire perché il mio cuore si fosse chiuso e perché una scelta d’amore potesse farmi così tanta paura. Scoprii che anche una madre può sbagliare, anche una madre può essere debole e fragile, scoprii che mi serviva tempo. Avevo per troppo tempo chiuso gli occhi e finto che ció che percepivo non esistesse, solo perché lontano da un radicato preconcetto, da un’idea obsoleta legata a precetti inutili, che una chiesa sbagliata e non il buon Dio suggerisce agli uomini. Eppure era tutto così difficile per me. Così impossibile. Non volevo che fosse così, non poteva essere così. Poi sei arrivato tu, Marco, non eri una ragazza ma un ragazzo, il mio cuore di mamma diceva che però eri quello giusto e lontano, distante dalla testa, tutto sembrava infinitamente semplice. Il mio cuore di madre ritrovò di nuovo pace. Compresi che non era ciò che da molti viene considerata diversità a spaventarmi, ma la paura di ciò che il mondo considera diverso. Paura che quella stessa paura, potesse spingere il mondo a ferire il mio bambino. Oggi è un giorno importante, Marco, oggi voglio dedicare a te e a mio figlio, alla vostra e alla nostra famiglia, queste mie parole e voglio soprattutto dedicarle a tutti i ragazzi che lottano per vedere affermati i propri diritti e a tutti i genitori, che ancora non vogliono vedere: ‘vi prego aprite il cuore e correte ad abbracciare i vostri figli, non esitate più’. Mio figlio aveva sua sorella al suo fianco sempre, davanti e dietro di lui, a seguire i suoi passi e a dargli forza quando io non ho voluto esserci, quando ancora non riuscivo e non potevo. Penso però a tutti quei ragazzi la quale famiglia volta le spalle senza poi ascoltare il cuore, per troppo tempo, ecco a tutti i ragazzi che senza familiari tentano di farsi forza da soli, per non sentirsi sopraffatti dalle ingiustizie e dalla cecità di quei pochi rimasti a odiare, convinti ancora che l’odio possa essere opinione. Mi verrebbe voglia di dire loro: ‘Ragazzi, vi prego siate forti, forti della vostra personalità e della vostra individualità, siete perfetti ed unici, siatene certi. Non esiste perfezione lontano da ciò che si è e non esiste genitore che non sbagli e che un giorno non possa rivedere la sua posizione. Avete sulle spalle però il duro compito di aprire gli occhi a chi ignora e giudica’. Nonostante tu non fossi nei miei piani, Marco, sei la cosa più bella che è capitata e potesse capitare a mio figlio ed anche a tutta la nostra famiglia. Sei buono e accogliente, generoso e paziente, anche con noi tutti e con i nostri nipoti, sei uno zio unico e speciale. Siate felici, siate sereni, e siate forti sempre, forti dell’amore che vi unisce e ci unisce. Un tempo non avrei nemmeno potuto immaginare tutto questo per mio figlio e forse neanche per me, perché non si vede bene che col cuore, e io allora, non vedevo. Siete la nostra gioia e la speranza di chi ancora oggi vive nel buio e nella finzione, siete il nostro orgoglio e dico nostro, perché so di potere parlare anche a nome di mio marito. Vi amiamo e vi sosteniamo ovunque il vostro cuore vi porti. Grazie di questo viaggio meraviglioso insieme e non parlo del viaggio dal quale siamo appena tornati, fatto in vostra compagnia. Tua suocera sempre complice”. Questa è una splendida famiglia.
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