Pena di morte per i gay, da oggi il Sultanato del Brunei inizierà con le lapidazioni

03 Apr 2019 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

Da oggi, nel piccolissimo stato del Sultanato del Brunei (che vanta meno di mezzo milione di abitanti), i gay saranno giustiziati con la pubblica lapidazione. Se nel mondo civile la comunità LGBT fa passi da gigante, in 69 paesi fra Medio Oriente, Asia e Africa l'omosessualità è considerata tutt'ora illegale da punire fra multe, carcere e addirittura morte. Fra quest'ultimi è proprio il caso del Brunei che da oggi, 3 aprile, inizierà con le lapidazioni. A morte (giustiziati a sassate in pubblica piazza) tutti gli omosessuali e gli adulteri, ma anche chi insulta e diffama il profeta Maometto. Sarà invece presa a frustrate qualsiasi donna che abortisce o prova a farlo, mentre subiranno l'amputazione delle mani i ladri. Serie punizioni anche per tutti quei genitori che sottopongono i bambini a pratiche religiose diverse da quelle musulmane. La comunità LGBT del Brunei si è dichiarata sconvolta ed impaurita, come riportato dalla BBC:
"Un giorno ti svegli e ti rendi conto che i tuoi vicini, la tua famiglia o anche quella bella signora anziana che vende le frittelle di gamberetti sul ciglio della strada non pensano più che tu sia umano, e che sia giusto che tu venga lapidato".

I 69 paesi dove essere gay è un crimine

I 69 paesi sono perlopiù in Africa ed in Medio Oriente: sono 37 gli stati africani (su 54!) in cui l’omosessualità è considerata un reato. In Nigeria basta addirittura essere un sostenitore della categoria LGBT per rischiare il carcere, così come in Uganda che puniscono con l’ergastolo sia i gay, sia chi si batte per la loro libertà. Più permissivo è lo stato del Marocco: da loro un gay può farsi al massimo 3 anni di carcere, mentre salgono a 5 in Camerun (dove devono anche pagare una multa). Carcere anche in Burundi, Senegal e Ghana, mentre in Liberia ed in Malesia gli omosessuali se la cavano con una multa salatissima. Penali pecuniarie anche in Senegal, Somalia, Zambia, Zimbawe e Tunisa. Non va meglio nella stragrande maggioranza del Medio Oriente e neanche in alcuni paesi dell’Asia. In Iran, Yamen, Emirati Arabi Uniti, Mauritania e Pakistan c’è la pena di morte, nel sultanato del Brunei ed in Afghanistan c’è la lapidazione su pubblica piazza, mentre in Arabia Saudita c’è la combo di internamento in cliniche psichiatriche + carcere + amputazione + lapidazione. Un paese civile insomma. In Bangladesh c’è l’ergastolo, mentre va leggermente meglio in Singapore, SriLanka, Swaziland, Turkmenistan, Uzbekistan e Russia dove ci sono solo multe salate.
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