Chef cerca casa a Roma, l’agenzia lo blocca: “Niente gay, neri e animali”

03 Dic 2019 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

Lo scorso ottobre vi ho raccontato dell'assurdo cartello apparso a Roma "AFFITTASI ma niente gay e animali" e oggi è arrivata una storia molto simile. Luca Neves è un giovane chef e artista capoverdiano e visto che era in cerca di un monolocale a Roma, ha deciso di chiamare un'agenzia immobiliare per chiedere delle informazioni su un annuncio. Il ragazzo si è sentito dire che la sistemazione a cui era interessato aveva diversi vincoli imposti dal proprietario: "Niente gay, neri o animali".
"Volevo affittare un monolocale a Roma, ma il proprietario non affitta la sua casa 'a neri, gay e animali'. - racconta Lucas a Adnkronos - Me lo ha detto l'agenzia immobiliare, che era mortificata. Io sono rimasto di ghiaccio. Mi sembra di essere tornati ai tempi di Hitler. Ho subìto spesso episodi di razzismo, ma non avrei mai creduto che si potesse arrivare a tanto. Negarmi una casa in affitto solo per il mio colore di pelle. Mi sono rivolto a una agenzia immobiliare della Capitale. Ho chiamato per avere ulteriori notizie sul prezzo e su altro, ma a un certo punto l'impiegata ha iniziato a farmi delle domande, molte domande. Sul nome e cognome, sulle mie origini. Fino a dirmi che il proprietario dell'immobile, un signore anziano, ha chiesto specificamente di non volere affittare la casa a 'neri, gay e lesbiche e ad animali'. Come ai tempi del Fuhrer Hitler, insomma. Non riuscivo a credere alle mie orecchie. Ci sono rimasto malissimo. Io sono nero e ho pure un cane, quindi quella casa me la posso scordare. L'agenzia ha ricevuto dal proprietario della casa, un monolocale, delle direttive ben precise. Non vuole né persone di colore né gay o lesbiche. E l'impiegata, mortificata, mi ha detto che tempo fa una coppia di lesbiche, pur di prendere la casa, non ha detto che fosse una coppia omosessuale. Ma dopo tempo è venuto fuori e hanno dovuto lasciare la casa".
Ognuno è libero di affittare casa a chi vuole, ma questi fenomeni di discriminazione anche sugli annunci si fanno sempre più frequenti e tollerarli potrebbe non essere la scelta migliore. Ricordatevi che il fatto che negli ultimi anni la situazione sia lievemente migliorata per la comunità LGBT, non significa che non possa ritornare a quella che era 30 anni fa. Giustificare questi folli o garantire la libertà di discriminare non penso sia la strada giusta.
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