Fedez minacciato di querela

28 Mar 2020 Anthony Festa • Tempo di lettura: 4 minuti

Ieri Fedez si è indignato per una campagna del Codacons.
"Fate girare! Codacons sta spacciando sul loro sito una campagna di raccolta fondi apparentemente “contro il coronavirus” quando basta cliccare sul banner per scoprire che le donazioni servono a sostenere SOLO loro stessi. Ma è possibile che nessuno intervenga?"
Poche ore dopo è arrivata la risposta del presidente del Codacons, che contattato dall'Adnkronos ha dichiarato:"Intanto dobbiamo ringraziare questo signore, che credo sia un cantante, ma non ne sono certo, perché stiamo ricevendo moltissime donazioni da tanti che non sapevano si potesse fare ed ora grazie a lui lo sanno. Fedez non ha capito niente, noi raccogliamo fondi per le denunce, diffide, ricorsi in questo momento di emergenza. Sono già 42 le cose fatte e sì, sono fondi a sostegno del Codacons, ma per l'emergenza Coronavirus". 'Credo sia un cantante'? Siamo arrivati alle shade poracce? Stamani il rapper milanese si è svegliato con una sorpresa...
“Buongiorno amici! Per me è stato un ottimo risveglio questa mattina! Mi è arrivata una PEC da parte del Codacons in cui mi si dice: “Federico, chiedi assolutamente scusa entro 48 ore altrimenti ti faremo una super super super causa”. Caro Codacons, quando non avevo 1 euro in tasca non avevo paura di quelli che mi querelavano. Figurati adesso che c’ho qualche soldino in più in tasca! In più in una causa che ho fatto a una persona che mi ha diffamato più volte su internet, il PM ha sostenuto che internet non è un mezzo diffamatorio! Si può dire il ca**o che si vuole! Quindi vorrei aggiungere a tutto quello che ho detto in precedenza: caro Codacons, che potete andare a fare in c**o!”

La risposta di Fedez al Codacons.

Il comunicato stampa del Codacons sulla raccolta fondi di Chiara Ferragni e Fedez.

"CORONAVIRUS: CODACONS CHIEDE AD ANTITRUST – CHE HA STOPPATO MODALITÀ INGANNEVOLI DEL SITO GOFUNDME USATO DA FEDEZ E FERRAGNI – DI BLOCCARE TUTTE LE RACCOLTE FONDI PRIVATE OSPEDALE SAN RAFFAELE DICA SE LE SPESE PER NUOVO REPARTO CHE STA RACCOGLIENDO IL FONDO USATO DALLA FERRAGNI SONO STATE COPERTE DAI SOLDI RACCOLTI DAI DONATORI O ANTICIPATI DALL’OSPEDALE, E QUANTA PARTE DELLE SOMME RACCOLTE RESTERANNO AI PRIVATI PARTE UN ESPOSTO AD ANTITRUST E ALLA PROCURA DI MILANO PER LE MODALITÀ INGANNEVOLI DEI SITI PRIVATI DI INCASSARE FINO AL 10% DI COMMISSIONI RESTITUIRE A UTENTI IL 10% “DONATO” AL FONDO PRIVATO SENZA ACCORGERSENE Sulla raccolta fondi avviata da Fedez e Chiara Ferragni, che avrebbe portato all’apertura di un nuovo reparto di terapia intensiva presso l’ospedale San Raffaele, il Codacons vuole vederci chiaro. Chiediamo all’ospedale di precisare se i lavori siano stati eseguiti effettivamente con i soldi raccolti attraverso l’iniziativa di solidarietà lanciata dalla coppia, o se la struttura abbia anticipato di tasca propria le spese per il nuovo reparto, in attesa di ricevere i fondi promessi – spiega il Codacons – E’ necessario fare chiarezza nell’interesse di chi, in buona fede, dona soldi per aiutare la sanità italiana, ed è giusto che sia reso noto quanto dei soldi raccolti da Fedez e Chiara Ferragni sia stato già elargito al San Raffaele ed effettivamente speso, e quanto invece rimanga in mano ai privati. Ciò anche alla luce dell’intervento dell’Antitrust che pochi giorni fa ha disposto un intervento in via cautelare proprio nei confronti del sito web www.gofundme.com usato da Fedez e la Ferragni per il nuovo reparto al San Raffaele di Milano, in relazione alla presenza di costi nascosti connessi alle transazioni con carte di credito e debito e alla commissione facoltativa impostata automaticamente sulla cifra del 10%. I soldi pagati dagli utenti per tale commissione al 10% devono essere immediatamente restituiti ai cittadini (ipoteticamente 400.000 euro incassati dal fondo e 116.000 euro di spese carte di credito), e parte ora un nuovo esposto del Codacons all’Antitrust e alla Procura della Repubblica di Milano in cui si chiede di bloccare tutte le raccolte fondi ingannevoli o che applicano commissioni nascoste o equivoche agli ignari donatori".
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