Garlasco, analisi sul pc di Chiara Poggi: sono lei e Alberto quelli che… | Il nome che riappare dopo 18 anni

Garlasco, analisi sul pc di Chiara Poggi: sono lei e Alberto quelli che… | Il nome che riappare dopo 18 anni

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Le nuove perizie riaccendono l’inchiesta dopo 18 anni: il nome di Andrea Sempio torna centrale tra Dna, moventi possibili e indizi mai chiariti

Il caso di Garlasco non smette di riaffiorare, e ogni volta lo fa con elementi che rilanciano domande rimaste sospese per anni. Dopo archiviazioni, riaperture e una condanna definitiva a carico di Alberto Stasi, l’attenzione si concentra di nuovo su Andrea Sempio, il giovane amico del fratello di Chiara Poggi il cui nome comparve già nelle prime settimane dell’indagine. Per molto tempo era rimasto ai margini del racconto giudiziario, ma oggi un insieme di nuovi riscontri — scientifici e documentali — lo riporta al centro come uno dei potenziali tasselli mancanti nella ricostruzione della mattina del 13 agosto 2007.

La svolta è arrivata con la perizia del 2025, che ha individuato sulle unghie della vittima tracce di Dna maschile compatibili con quello di Sempio. Un elemento non risolutivo da solo, ma sufficiente per un nuovo impulso investigativo. Gli inquirenti lo hanno infatti iscritto nel registro degli indagati per concorso in omicidio e stanno ricostruendo nel dettaglio i suoi movimenti nei giorni precedenti al delitto, oltre alle sue frequentazioni e alle sue abitudini, nell’intento di dipanare un quadro che resta ancora incompleto.

Il nodo dell’indagine: Dna, telefonate e la pista del computer

Nonostante l’importanza del nuovo dato genetico, due punti fondamentali restano irrisolti: l’arma del delitto e un movente chiaro. È su questi elementi che si concentra oggi il lavoro degli inquirenti. Nel frattempo, la trasmissione Ore 14 Sera condotta da Milo Infante ha riportato episodi che, alla luce degli sviluppi, assumono nuove sfumature.

A partire dalle telefonate del 7 e 8 agosto alla casa dei Poggi. A rispondere non c’era Marco, già in vacanza, e Chiara era sola in casa. Ci si chiede se la ragazza abbia potuto subire avance indesiderate o se possa essere entrata in possesso di informazioni ritenute “scomode” riguardo alla cerchia di conoscenze del giovane. Domande ancora senza risposta, ma oggi ritenute tutt’altro che marginali.

A riaccendere i riflettori sulla vicenda è anche un altro elemento emerso dagli accertamenti: il computer di Chiara. Secondo quanto riferito in trasmissione, due mesi prima del delitto la ragazza avrebbe salvato in una cartella protetta dei video intimi – poi identificati come suoi e di Alberto Stasi. Il file era ben nascosto e protetto, come se Chiara avesse sentito il bisogno di innalzare il livello di sicurezza sulla propria privacy. Il dettaglio rilevante è che Sempio, insieme a Marco e ad altri amici, utilizzava quel computer per giocare. Da qui la domanda: è possibile che il giovane abbia casualmente scoperto quei video e che ciò abbia generato un litigio tra lui e la ragazza?

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Il giallo del Santuario della Bozzola e un manoscritto inquietante

A complicare ulteriormente il quadro si aggiunge un tassello dalle tinte più oscure: il cosiddetto giallo del Santuario della Bozzola. L’ex latitante romeno Flavius Savu ha suggerito che Chiara fosse venuta a conoscenza di presunti festini o rituali esoterici che si sarebbero tenuti nel luogo religioso. Secondo questa ipotesi, la ragazza potrebbe aver scoperto informazioni delicate, tali da metterla in pericolo.

Un manoscritto legato a quella vicenda è stato effettivamente ritrovato in casa di Sempio, depositato anni fa. Tuttavia, va specificato che il Santuario era al centro di molti pettegolezzi in tutta la Lomellina e che non risulta alcuna prova della sua presenza o partecipazione a quegli eventi. Gli inquirenti, pur valutando ogni pista, mantengono un approccio prudente.

Ciò che emerge da tutte queste tessere è un’immagine ancora frammentata, dove le possibilità si moltiplicano ma nessuna — almeno per ora — conduce a una conclusione definitiva.

Il caso di Garlasco, che sembrava aver trovato una conclusione con la condanna di Stasi, torna così a muoversi sotto la spinta di prove nuove e interrogativi irrisolti. Dna, telefonate, file protetti, manoscritti e presunte conoscenze scomode: tutti elementi che potrebbero contribuire a ridisegnare la verità di quella mattina d’estate. Gli inquirenti continuano a lavorare per colmare i vuoti e capire se l’ombra di Andrea Sempio sia davvero un tassello mancante o solo un’ulteriore pista destinata a svanire.