“Sei gay, devo curarti” – Padre violenta il figlio di 11 anni insieme alla matrigna

26 Nov 2018 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

Ennesima storia di abusi e omofobia in famiglia, un uomo ha violentato (insieme alla compagna) il figlio gay di 11 anni. La vittima aveva già raccontato la sua brutta storia lo scorso giugno, ma adesso ha deciso di uscire allo scoperto e rivelare la sua identità e quella di suo padre. Daniel Dowling ha 36 anni e in un'intervista al Sunday Mirror ha parlato di quello che ha subito.
"Sono stato molestato da mio padre e dalla sua fidanzata. Gli abusi sono iniziati quando avevo 11 anni e sono durati anni. La cosa è iniziata perché ero un bambino femminile e lui diceva che questo avrebbe impedito che crescessi come un gay.  Insomma, mi hanno violentato perché ero gay. La matrigna mi ha attaccato più di dieci volte in tre anni da incubo. Mio padre aveva il dovere di proteggermi, invece mi hanno rubato l'innocenza e rovinato l'infanzia. Non potrò mai superare quei momenti".
L'uomo in un'altra intervista ha anche svelato i particolari raccapriccianti delle violenze subite:
"Mi costringeva a guardare video a luci rosse e dovevo fingere di provare piacere. Ero costretto anche ad avere rapporti a tre con loro, altre volte solo con lei, mentre lui ci guardava e continuava a dirmi che mi avrebbe curato dall'essere gay".
Il padre, Richard Dowling e l'ex compagna, Annette Breakspear sono stati condannati a 5 e 8 anni di carcere. In tribunale l'uomo ha provato a giustificarsi: "Ho tentato di guidarlo nella giusta direzione, perché mio figlio aveva una tendenza a essere gay". Daniel ha provato a denunciare Richard e Annette quando aveva 16 anni, ma la Polizia non gli credette, così nel 2015 si fece coraggio e riuscì a registrare il padre mentre al telefono ricordava le violenze a cui lo aveva sottoposto per anni.
“Ho provato a denunciarli quando avevo 16 anni e mi hanno fatto passare da bugiardo. Adesso era mio dovere riprovarci. Molti mi chiedono ‘Perché adesso? Perché dopo tutti questi anni?’ Io spiego a tutti che non è facile. Mi sono dovuto convincere a rivivere tutte quelle atrocità, non è stato facile. Se la mia storia può aiutare anche solo un’altra persona, allora potrò ritenermi soddisfatto.”
Anche in questo caso i giudici sono stati fin troppo clementi, 5 anni di reclusione per un mostro del genere sono fin troppo pochi. Fonte: Il Giornale, Mirror, The Sun
Share this article

Non vuoi perderti le ultime news?

Seguici anche su Facebook, Instagram e

Twitter!