Grande Fratello, i retroscena della prima edizione: “Ci fu una discussione in azienda, il paese era cattolico”

17 Set 2019 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 1 minuto

Qualche giorno fa il format Big Brother ha festeggiato vent'anni ed in Italia, il Grande Fratello, ha da poco soffiato 19 candeline. Per questo motivo il Corriere della Sera ha intervistato Leonardo Pasquinelli, che nel 2000 era il capo dell'intrattenimento a Mediaset.
 "Quando è arrivato il Grande Fratello ci fu una grande discussione, in azienda c'era chi sosteneva che fosse un programma ai confini della moralità e spingeva per trasmetterlo in seconda serata su Italia1. La scelta di Daria Bignardi fu essenziale per mitigare l'impatto critico in un Paese cattolico come il nostro. Era il volto giusto per unire alto e basso, per dare un manto borghese e rispettabile a uno show popolare e indecente".
E ancora:
"Il GF ha introdotto formule che ora sono consuete ma che non erano mai state applicate prima di allora: il concetto di eliminazione non esisteva, nei contest c'era solo il vincitore, non l'eliminato. Anche le nomination erano una novità".
  Quella storica prima edizione (che chiuse con il trionfo di Cristina Plevani) raggiunse 16 milioni di telespettatori e il 60% di share. Storia della tv. Io c'ero.
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