Marco Carta, nuova ammissione dopo l’arresto della sua amica

22 Giu 2019 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

Un paio di settimane fa Marco Carta e la sua amica Fabiana Muscas sono stati arrestati per furto aggravato alla Rinascente di Milano. Furto che il giudice avrebbe alla fine attribuito solo alla donna, mentre Carta sarebbe stato scagionato da questa accusa e processato esclusivamente per concorso. Ovviamente entrambi i processi devono ancora avvenire, ma le sei magliette da uomo ritrovate dalla sicurezza nella borsa della donna esistono e tutt'ora sono sulla bocca di tutti. Come hanno fatto quelle sei magliette a finire nella borsa della Muscas? Chi ha tolto l'anti-taccheggio? Se a queste domande risponderà la donna durante il processo, Marco Carta fra le pagine di Metro ha confessato che se si fosse accorto del furto in tempo glielo avrebbe impedito.
"Sono tranquillo per il processo di settembre, anzi: non vedo l'ora! Le critiche sui social mi hanno fatto male. Del furto? Non ero conscio, altrimenti mi sarei dissociato o l'avrei impedito".
Nel mentre Carta ha pubblicato anche un libro dal titolo Libero di Amare, dove ha parlato proprio del furto in questione:
“Mi hanno preso le impronte digitali e mi hanno fatto le foto segnaletiche, sono stato arrestato e sono finito in prima pagina sui giornali come se fossi un pericoloso criminale […] Il 31 maggio era un venerdì e avevo deciso di fare un giro per Milano e di fare shopping. Sono andato alla Rinascente con una mia amica […] era un Black Friday e La Rinascente era piena di gente, ci sono stato qualche ora girando per i vari piani. Ad un certo punto ho provato delle magliette che però non mi piacevano e che ho lasciato. Quando non mi piace una cosa la lascio in camerino, credo sia così per tutti. Sono andato anche in bagno e me lo hanno rinfacciato come se nel bagno dovessi fare qualcosa di losco […] il giorno prima ero stato in Rinascente e avevo provato dei costumi che avevo fatto mettere da parte, sono andato a ritirarli e poi in cassa a pagarli. Mi sono poi diretto all’uscita ed ho passato i controlli, la mia amica è passata dopo di me ed è suonato l’allarme. Se avessi avuto qualcosa da nascondere avrei potuto semplicemente andarmene, invece sono tornato per vedere cosa accadeva e mi hanno chiesto se fosse una mia amica, se fossimo insieme e ho detto di sì. Negli uffici hanno trovato le magliette nella borsa della mia amica ed io sono rimasto sconcertato. […] il giudice non ha convalidato il mio arresto e sono stato rilasciato […] sono una persona onesta e certamente non rubo”.
 
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