Marco Carta: la Procura ha fatto ricorso contro la mancata convalida dell’arresto

21 Giu 2019 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

Lo scorso 1° giugno il giudice ha deciso di non convalidare l'arresto di Marco Carta, che però è rimasto indagato e dovrà affrontare un'udienza prevista nella seconda metà di settembre. Il giudice Stefano Caramellino ha anche parlato di 'arresto illegale' in quanto “gli elementi di sospetto sono del tutto eterei, inconsistenti”, la “versione degli imputati non è allo stato scalfita da alcun elemento probatorio contrario”. L'ha scritto il giudice di Milano Stefano Caramellino nell’ordinanza con cui lo scorso primo giugno non ha convalidato l’arresto per furto di Marco Carta, fermato insieme a una donna alla Rinascente di piazza del Duomo venerdì 31 maggio. Il giudice ha parlato di “carenza di gravità indiziaria” per il cantante, difeso dal legale Simone Ciro Giordano, e di un arresto che “non può ritenersi legittimo”. Adesso però è cambiato qualcosa, la Procura di Milano ha fatto ricorso in Cassazione contro la mancata convalida dell'arresto di Marco Carta. Stando a quello che riporta l'ANSA, il ricorso sarebbe già sui tavoli della Cassazione da oltre una settimana. marco carta arresto carcere giudice illegittimo

Le parole di Marco Carta dopo che il giudice non ha convalidato il suo arresto.

“Le maglietta non ce le ho io e fortunatamente l’hanno visto tutti. Sono nesto, io non rubo. Il giudice ha capito il tutto. Sono ovviamente un po’ scosso perché non sono abituato a queste cose qua. Chi è stato a rubare? Non ve lo dico. Chi fa la spia non è figlio di Maria. Però non sono stato io. Grazie, a tutti quelli che mi hanno difeso senza bisogno di questo servizio che comincia a fare chiarezza circa la situazione, grazie alla mia famiglia e a tutti i miei colleghi, ma grazie sopratutto a voi haters per avermi fatto capire che sono più forte di quanto pensassi, grazie per avermi reso più resistente. Grazie a voi, quando con i vostri tag nelle stories mi mandavate antitaccheggi in maniera allusiva, denigratoria e calunniante”.
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