Paola Marella, il figlio trova un documento nascosto: la paura prende il sopravvento | ciò che ha scoperto cambia tutto

Paola Marella, il figlio trova un documento nascosto: la paura prende il sopravvento | ciò che ha scoperto cambia tutto

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Un anno dopo la morte dell’architetta, la scoperta inattesa di Nicola svela un ultimo pezzo della sua battaglia più difficile

A volte il dolore sembra sedimentarsi, farsi più leggero, quasi respirabile. Poi accade qualcosa che riapre tutto, riportando in superficie ricordi, immagini, domande a cui nessuno potrà più rispondere. È ciò che è accaduto a Nicola, il figlio di Paola Marella, quando — più di un anno dopo la scomparsa della celebre architetta — ha trovato nel computer della madre una cartella che non sapeva esistesse. Aveva un titolo semplice, quasi infantile nella sua forza: “Voglio Vivere”. Un nome che da solo contiene tutto quello che Paola è stata fino all’ultimo giorno.

La conduttrice se n’è andata il 21 settembre 2024, a 61 anni, dopo aver affrontato in silenzio un tumore al pancreas. Una diagnosi dura, arrivata a distanza di dodici anni dal cancro al seno che aveva già sconfitto con determinazione. Questa volta, però, aveva scelto il riserbo assoluto: sapevano in pochi, pochissimi, mentre il pubblico continuava a vederla elegante, rigorosa, forte come sempre. Oggi, quell’immagine si arricchisce di un capitolo intimo e doloroso che il figlio ha scelto di condividere sui social.

L’ultima traccia della sua lotta

Nicola racconta che quella cartella conteneva fotografie raccolte negli ultimi anni, momenti semplici, sguardi rubati, istanti che Paola aveva voluto conservare. Dentro quelle immagini — alcune rese pubbliche dal figlio — si vede un lato dell’architetta che nessuno aveva mai conosciuto davvero: capelli cortissimi, volto più provato, l’assenza del suo iconico ciuffo bicolor che per anni era stato un marchio distintivo. Uno scorcio privato della battaglia contro una malattia che aveva scelto di non mostrare.

«Abbiamo trovato quella cartella dopo che lei se n’era già andata», scrive Nicola. «Dentro c’era davvero tutta la sua voglia di vivere». Parole che racchiudono lo strappo di una perdita recente e la delicatezza di un gesto che oggi assume il valore di un testamento emotivo. Mai gridato, mai esibito: semplicemente custodito.

Il ricordo della famiglia e la nascita della fondazione

Dopo la morte di Paola, molti avevano creduto che la causa fosse stata una recidiva del tumore al seno. Fu il marito, Domenico, a chiarire subito: no, era un altro male, diverso, indipendente, arrivato come un fulmine in una vita che aveva già vinto una battaglia durissima. Da allora, Domenico e Nicola hanno iniziato a lavorare per un progetto che potesse trasformare il dolore in qualcosa di vivo: una fondazione dedicata alla memoria dell’architetta, nata per sostenere chi si trova improvvisamente davanti allo stesso tipo di diagnosi, senza sapere da dove cominciare.

Hanno aperto un profilo social dove vengono raccolte fotografie, iniziative, ricordi: un archivio affettivo che continua a crescere grazie alla comunità che Paola aveva costruito negli anni, tra televisione, architettura e stile. Ed è proprio in questo percorso che la cartella “Voglio Vivere” trova la sua collocazione naturale: non un monumento alla sofferenza, ma un messaggio che continua a parlare.

La scoperta di Nicola non è solo un frammento privato riemerso per caso: è l’ultimo tassello di una donna che, anche nel momento più complesso, non ha mai smesso di affermare — anche solo tra sé e sé — che la vita meritava di essere tenuta stretta. E oggi, quel file nascosto in un computer diventa il modo più autentico per ricordarla.