Il presidente della giuria d’onore del Festival di Sanremo contro Ultimo: “Imparasse a perdere, l’anno scorso che ha vinto non si è lamentato”

12 Feb 2019 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

Ultimo nel suo video sfogo su Instagram l'indomani del secondo posto conquistato al Festival di Sanremo ha più volte denigrato la giuria d'onore ed oggi il presidente di quella giuria, Mauro Pagani, ha deciso di togliersi qualche sassolino dalle scarpe prima in diretta su Radio Capital, poi fra le pagine di Rolling Stone. La giuria d'onore del Festival di Sanremo di quest'anno era capitanata da lui e composta da Ferzan Özpetek, Camila Raznovich, Claudia Pandolfi, Elena Sofia Ricci, Beppe Severgnini, Serena Dandini e Joe Bastianich.
"Faccio questo mestiere da 53 anni - ha dichiarato Mauro Pagani a Rolling Stone - ho smesso di contare i miei concerti dopo i duemila ed erano ancora gli anni ’80 e ho partecipato come musicista, produttore o ospite a più di 150 dischi. Forse qualche competenza ce l’ho. [...] Questo è il Festival della Canzone Italiana, non sono in gara i cantanti. Non è una manifestazione di stima nei confronti degli artisti, una specie di premio alla carriera. Eppure tutti parlano molto dei personaggi e meno delle canzoni. Sanremo ha un regolamento pubblicato mesi prima che dice “da casa potete votare al costo di 51 centesimi, il vostro voto vale il 50%, mentre quello della sala stampa il 30 e la giuria d’onore il 20”. Questa regola è stata stabilita perché ai tempi in cui c’era solo il televoto il meccanismo era troppo vulnerabile ed esposto a possibili manipolazioni e scorrettezze. Per non parlare poi dei tempi in cui si votava con le schedine del Totip".
Insomma, un regolamento scritto dalla stessa Rai da mesi.
"Trovo curioso che la Rai si stupisca ora dell’importanza della giuria d’onore – un tempo chiamata di qualità -, visto che il regolamento lo hanno fatto loro e che è stato il Festival a invitarci tutti, uno per uno, un mesetto fa. E poi c’è il dato personale.Che Maradona, Pelè o Messi sanno che ogni settimana possono perdere una partita e imparare a perdere è imparare a fare il proprio mestiere e a vivere. Che anche i Beatles o Bowie non hanno avuto solo successi, e lo hanno accettato. E che un artista che l’anno prima vince Sanremo Giovani e l’anno dopo non ci riesce, sarebbe auspicabile che non protestasse, soprattutto se il regolamento è rimasto lo stesso".
Più duro ai microfoni di Radio Capital.
"È un periodo nel quale pare che qualunque parere che non sia il parere popolare tout court è visto con sospetto. Ultimo l'anno scorso è arrivato primo (nella categoria Nuove Proposte, ndr) con lo stesso regolamento. Se va bene quando si vince, va bene anche quando si perde. Lui è giovane, e nella vita bisogna anche imparare a perdere. Altrimenti non si concorre, si fanno altre cose, ed è una scelta rispettabile".
"Soldi" di Mahmood è sempre stata la canzone preferita di Pagani.
"Era un pezzo che aveva tre parti ben distinte e tutte e tre forti, oltre che dosate bene tra loro. E poi lui canta molto bene, non a caso al DopoFestival è stato votato il migliore dagli altri cantanti. L’arrangiamento, inoltre, era di gran lunga il più moderno e attuale tra quelli in gara, avrei voluto scriverlo io. Una piccola meraviglia, davanti a cui bisognerebbe avere l’intelligenza di fare i complimenti e basta".
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