Ragazza trans si suicida (dopo solo 4 ore) perché inserita nel carcere maschile di Udine

31 Ago 2019 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

Ad un anno dalla morte di Dalila, niente è cambiato. Ma facciamo un passo indietro: era fine agosto 2018 e Dalila sapeva benissimo a cosa sarebbe andata incontro e - probabilmente per paura - ha deciso di farla finita appena ha potuto: dopo solo quatto ore dal suo ingresso in carcere. Un carcere maschile, purtroppo, perché Dalila - all'apparenza una donna - aveva i documenti ancora maschili in quanto donna transessuale. Il procedimento per il cambio dei documenti è lungo e difficoltoso per le persone transessuali e Dalila, che era straniera, aveva ancora il vecchio documento: per questo motivo - per legge - è stata inserita in un carcere maschile. La donna era stata portata alla Casa Circondariale di Udine dopo esser stata processata per alcuni episodi di estorsione avvenuti nell'Isontino ed appena ha potuto si è impiccata usando un lenzuolo. In questi 12 mesi purtroppo niente è cambiato. Oltre una legge per equiparare le unioni civili al matrimonio tradizionale ed una per combattere ogni forma di discriminazione in base all'orientamento sessuale, credo che il nostro paese abbia bisogno di una legge che regolamenti anche la comunità trans in carcere. Ora più che mai.  
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