Ragazzo gay si innamora del suo compagno di cella, la famiglia lo ripudia – VIDEO

16 Dic 2019 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

Abdel è cresciuto in una famiglia marocchina molto numerosa. I suoi parenti sono molto religiosi e quando hanno capito della sua omosessualità, l'hanno discriminato da subito. Il padre ha cercato di portarlo da uno psicologo per "curarlo" e uno dei suoi fratelli l'ha ripetutamente minacciato di morte. Abdel ha pensato di uccidersi per risolvere i suoi problemi. Per provare a cambiare vita, il ragazzo ha deciso di trasferirsi in Italia, dove già vivevano due suoi fratelli. Dopo aver conosciuto un connazionale che faceva uso di cocaina, Abdel ha iniziato a commettere piccoli furti per procurarsi la droga, ma è stato beccato ed è finito in carcere.
"In casa c'erano sempre problemi. Io volevo vivere la mia vita. Ho pensato di prendermi pastiglie per morire. Una notte due uomini mi hanno messo il coltello alla gola e volevano violentarmi. Ci sono riusciti. Sono tornato a casa, ma avevo paura a dirlo in casa. Una volta ho parlato con mia sorella e mia mamma e ho detto loro che dovevo scappare dal Marocco e fuggire in Europa con la democrazia. I miei fratelli vivevano già in Italia. A 18 anni mi sono trasferito in casa dei fratelli in Veneto. Loro all'inizio non sapevano che ero gay. Facevo il lavapiatti, poi il cameriere e il cuoco. Volevo innamorarmi. Ho conosciuto un altro marocchino. Quel ragazzo però mi ha confessato che usava cocaina. Così ho iniziato a usare la droga con lui. Per comprarla abbiamo iniziato a rubare e ci hanno beccati, così siamo finiti in carcere. In prigione è stato un inferno già dal quarto giorno. Mi insultavano e hanno dovuto mettermi spesso in isolamento per proteggermi. Mi hanno trasferito in più carceri. Nell'ultimo mi mettono in cella con un altro marocchino, anche lui gay. L'amicizia è diventata qualcosa di più".
Abdel è uscito dal carcere, ma il suo fidanzato deve scontare ancora due anni. Il compagno di Abdel gli scrive spesso delle lettere, una di questa è stata aperta dal fratello, che non l'ha presa bene.
"L'ha letta e mi ha detto 'ti taglio la gola con un coltello. Io non posso tenerti a casa'. I miei fratelli mi hanno cacciato di casa perché sono gay".
Veronica Ruggeri ha provato a parlare con i fratelli e le cognate di Abdel, ma non è andata benissimo.
"Non mi piace quelle cose li. Secondo me fa schifo. Nel nostro Corano è scritto che un uomo con un uomo fa arrabbiare Dio. Nella nostra famiglia nessuno vuole questo". "Non ci piace. In Marocco non esiste. Da noi per queste cose ti tagliano la gola".
Ancora una volta la causa dell'omofobia in famiglia è la religione.

La storia di Abdel e dei fratelli che l'hanno cacciato di casa perché gay: il video.

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