Tiziano Ferro: “Invito il Papa ai miei concerti, ma potremo sentirci liberi di essere quello che siamo?”

13 Apr 2015 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

Tiziano Ferro Papa Francesco la Repubblica
Dopo l'intervista per Shangay, Tiziano Ferro dalle pagine de La Repubblica torna a parlare del Papa e dell'apertura nei confronti dei gay che vorrebbe da parte della chiesa:
"Quello che mi piace di questo Papa è che ogni tanto mi dà l’impressione di stare dalla stessa parte della barricata in cui mi trovo io, quindi a essere sincero ce lo vedrei bene al concerto, insomma mi piacerebbe invitarlo, anzi approfitto di quest’intervista per farlo ufficialmente. Mi piacerebbe parlare con il Papa, ma penso che la questione sia da vedere in modo più generale. Il problema è la difficoltà di sentirsi liberi di vivere nel proprio paese, riconosciuti e supportati, questo parte dall'impossibilità di sentirsi famiglia per persone che non hanno un contratto istituzionale, dalla non protezione di un certo lavoro intellettuale e anche quindi dall'essere omosessuali. La cosa che più mi fa male non è tanto che non si facciano grandi passi avanti ma che non ci sia la percezione che questi passi vadano fatti. La vera domanda che vorrei fargli è se secondo lui verrà mai il momento in cui tutti potremo sentirci liberi di essere quello che siamo".
Tiziano poi commenta anche le dichiarazioni di Domenico Dolce:
"Non pensavo che diventasse una bomba mediatica di questa portata. Inutile dire che non la penso così. Ho imparato a rispettare le opinioni di tutti, rispetto anche la loro. Se lanci un messaggio è anche perché hai bisogno di ascoltare quello che ti dicono le persone. A me la gente ha insegnato il valore della comprensione, del rispetto come massimo valore della dignità delle persone, al di là delle scelte sessuali o sentimentali. Loro sono amici, sono artisti che ammiro e rispetto ma spero che questo polverone insegni loro che oggi abbiamo bisogno di esempi positivi e non distruttivi".
Non condivido tutto il suo entusiasmo per il nuovo Papa, non sono così pieno di speranze come lui, ma se tanti suoi colleghi gay lo prendessero ad esempio sicuramente darebbero un grosso contributo alla lotta contro l'omofobia.

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